Pavlosk si trova nelle vicinanze di Zarskoe selo. Alla metà del XVIII secolo, vi erano qua tenute di caccia; nel 1777 le terre sulle rive della Slavjanka divennero proprietà del principe ereditario Pavel e questa zona prese il nome “villaggio di Pavel”. Ben presto sorsero i primi edifici: i palazzi in legno Paul-lust e Marienthal; сontemporaneamente vennero allestite aiuole e aperte stradine e viali. Così nacque uno dei più bei parchi paesaggistici d’Europa, che si presentava come un angolo pittoresco di natura autentica, con un numero molto limitato di giochi d’acqua, chioschi, capanne rurali, ruderi, sculture decorative.
Nel 1780 Pavel Petrovic e Maria Fedorovna affidarono i lavori a Charles Cameron, e sulla riva della Slavjanka negli anni 1782-86, fu innalzato un palazzo che ricordava nell’aspetto una splendida villa italiana, nello stile di Palladio. Il corpo centrale del palazzo sormontato da una cupola con un tamburo adorno di colonne. In seguito, dopo il 1796, gli architetti Vincenzo Brenna e Carlo Rossi ampliarono notevolmente le ali laterali del palazzo, conferendogli l’aspetto di residenza imperiale d’onore con uno spazioso cortile interno. Le sale interne del palazzo, fra le quali la Sala Egizia, la Sala Italiana, la Sala Greca, che con i loro stessi nomi testimoniavano del comune orientamento neoclassico seguito nella decorazione degli interni, racchiudevano una quantità di oggetti ricevuti dalla coppia degli eredi al trono di Russia durante il loro viaggio in Europa, oppure commissionati alle migliori botteghe artigiane straniere. Nell’insieme, nonostante la rara bellezza e originalità delle soluzioni decorative del palazzo, tutto il complesso sulle rive della Slavjanka possedeva un carattere sentimentale idilliaco, che si accentuò dopo il 1788, quando venne donato da Pavel alla moglie. Secondo le parole di N.A.Sablukov “…qui sorgeva il padiglione delle Rose, simile a quello del Trianon, gli chalets, simili a quelli da lei ammirati in Svizzera, il mulino ed alcuni cortili a imitazione di quelli tirolesi e che ricordavano anche i giardini e le terrazze italiane. Il teatro e i lunghi viali si ispiravano a quelli di Fontainebleau e qua e là erano disseminati falsi ruderi…
Ogni sera si organizzavano feste campestri, scampagnate, spuntini, rappresentazioni teatrali, improvvisazioni, sorprese di vario genere, balli e concerti”. Amorevole madre di numerosa prole, Maria Fedorovna teneva moltissimo alla salute e all’educazione dei figli: con l’arrivo della primavera, i giovani granduchi e le principesse cominciavano a coltivare piccoli appezzamenti loro assegnati, a scavare, e piantare, proprio come semplici figli di contadini. Essendo appassionata di botanica e possedendo una ricchissima biblioteca su questo argomento, Maria Fedorovna tentava concretamente di trasmettere questo suo interesse ai figli. Dedicandosi ininterrottamente alle migliorie della sua proprietà, ella si recava di rado nelle altre residenze, sentendosi solo a Pavlovsk padrona a tutti gli effetti.
Dopo la tragica morte di Pavel, avvenuta nel 1801, ella fece trasportare qui alcuni dei suoi oggetti personali e commissionò una statua dell’imperatore a grandezza naturale, collocata davanti al palazzo ed inaugurata nel 1810. Ella si aggirava sempre con profonda tristezza per i sentieri del parco, contemplando con dolore i monumenti funebri in memoria delle figlie Alessandra (morta nel 1801) ed Elena (morta nel 1803) e ricordando il passato…
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