Ricchezza, sfarzo, unicità, perfezione, bellezza e anche miracolo, perché a volte si stenta a credere, ecco le parole che descrivono le celeberrime uova Fabergé che diventarono un simbolo della Russia pre-rivoluzionaria e della Casa Imperiale. La storica casa di gioielleria produceva le uova di pietre preziose e di metalli nobili come argento e oro. Le uova si facevano a mano con l’utilizzo di materiali non tradizionali: smalti, vari tipi di legni pregiati, cristallo di rocca. Nelle uova si trovavano sempre sorprese di grande valore e significato che spesso rimandavano ai temi imperiali.
Gustavo, il padre di Karl Fabergé era nato nella città di Pernay, in Estonia. La famiglia era di origini francesi. Erano ugonotti che avevano lasciato la Francia per motivi religiosi e si recarono al nord d’Europa cercando un ambiente protestante. E alla fine si stabilirono a San Pietroburgo negli anni quaranta del 800.
Karl, il figlio maggiore, nacque nel 1847 a San Pietroburgo, ebbe un’ottima formazione proprio nel campo della gioielleria perché il padre che aveva già aperto il negozio di gioielleria a San Pietroburgo ebbe l’occasione e i mezzi per dare al figlio un ottima istruzione sia generale che specifica nel campo della gioielleria. Karl Fabergé aveva girato tutta l’Europa e a 27 anni si mise a capo del negozio paterno. Aveva cominciato da un piccolo laboratorio, non si trattava di una grande impresa, di una società cosi tanto nota. Ma scelse una strategia molto giusta. Ovviamente gli acquirenti principali erano la famiglia imperiale e la gente che guardava alla famiglia imperiale. E tutto quello che era di moda presso la famiglia imperiale ovviamente lo diventava per le altre famiglie nobili. Un ancora giovane Fabergé cominciò a stabilire i contatti con il Ministero della corte imperiale, perché era il committente principale di vari oggetti di gioielleria. Lavorava gratis all’Ermitage come restauratore e come valutatore. Il lavoro da restauratore gli offrì un’esperienza unica poiché poté mettersi in contatto con i gioielli fatti dai migliori artisti di epoche passate. La seconda struttura del Ministero era il Gabinetto di Sua Maestà Imperiale. Il Gabinetto aveva una grandissima importanza, gestiva le proprietà dell’imperatore. Sin dall’inizio Karl Faberge puntò su questa collaborazione già da quando aveva 20 anni e man mano riuscì ad entrare in questa struttura.
La grande fama di Faberge iniziò nel 1885 quando produsse il primo uovo di «Gallina» su ordine di Alessandro III che voleva regalarlo a sua moglie, l’imperatrice Maria Dagmar di Danimarca, un uovo di Pasqua molto particolare per festeggiare i venti anni dal loro fidanzamento ufficiale. Fabergé si mise subito al lavoro e così nacque il primo uovo di Fabergé prezioso e molto sofisticato: era di colore bianco con smalto opaco che imitava il guscio e, come molte altre uova di Fabergé, aveva una struttura a scatole cinesi o a matrioske . Dentro c’era un tuorlo d’oro, contenente a sua volta una gallina d’oro che a sua volta racchiudeva una copia in miniatura della corona imperiale con un rubino a forma di uovo (queste due “sorprese” oggi sono andate perdute). L’idea di tale regalo non era molto originale perché all’inizio del XVIII già erano noti uova del genere. Ed alcuni si trovavano a Copenhagen, al castello di Rosenborg. La scelta dell’imperatore si spiegava con il desiderio di rallegrare l’imperatrice con una sorpresa particolare che le avrebbe potuto ricordare un uovo del tesoro di Danimarca (Maria era danese). L’imperatrice fu cosi contenta di questo regalo che Fabergé venne nominato da Alessandro «gioielliere di corte» («Gioielliere per nomina speciale della Corona Imperiale»), un titolo di grande prestigio, così ottenne la libertà di creatività. Fu incaricato di fare un regalo di Pasqua ogni anno da quel momento in poi, con la condizione che ogni uovo doveva essere unico e doveva contenere una sorpresa. La tradizione si conservò anche durante il regno di Nicola II, che regalava le uova Fabergé alla madre e alla moglie. Dal 1885 al 1916 Fabergé creò 52 uova per i Romanov e alcune per altri committenti. La preparazione delle uova occupava un intero anno: una volta che un progetto veniva scelto, una squadra di artigiani lavorava per montare l’uovo. I temi e l’aspetto delle uova variavano ampiamente. Questa tradizione continuò fino alla Rivoluzione d’Ottobre, quando le uova erano già famose in molte parti d’Europa.
Nel 1917 fu commissionato l’ultimo uovo ma non fu finito. Dopo la rivoluzione tutto ovviamente cambiò drasticamente, tutti i gioielli, materiali, mobili furono sequestrati e Fabergé sotto le mentite spoglie di un corriere brittanico riuscì a scappare dalla Russia. Rimase sconvolto dalla rivoluzione russa, riguardo alla quale era decisamente contrario, e morì pochi anni dopo, nel 1920.
La maggior parte delle uova furono vendute negli anni 1920-30 per «tappare il buco economico» della giovane Repubblica dei Soviet che allora si arricchiva vendendo il patrimonio culturale dei tempi imperiali. Da allora le uova Fabergé sono entrate nelle collezioni dei reali e dei miliardari di tutto il mondo ( la Regina Elisabetta II ne ha una collezione molto ricca di cui va molto fiera), si trovano nelle collezioni private in Russia, USA, Monaco.
L’imprenditore e miliardario russo Viktor Vekselberg comprò dagli eredi di Malcolm Forbs una collezione di gioielli Faberge pagando più di 100 milioni di dollari. Oggi questa collezione è aperta al pubblico al Museo Fabergé a San Pietroburgo. Nel museo sono esposti 4000 oggetti e 14 uova Fabergé. Questa è la più grande collezione di uova Fabergé al mondo.
Nella galleria vedrete le foto delle uova del Museo Fabergé.
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