Nella Sala del Padiglione dell’Ermitage viene custodita in una grande teca una rara curiosità del XVIII secolo, l’orologio «Pavone», un’opera dell’eminente gioielliere inglese James Cox.
Egli fu un gioielliere ed orologiaio, detentore di un enorme talento. Una grande quantità di automi complicatissimi, che si distinguevano dagli altri per la ricchezza e varietà delle decorazioni, furono create nelle botteghe di James Cox. La vera gloria arrivò a lui quando aprì il proprio museo a Londra (Spring Gardens) dove furono esposte numerose macchine con le figure di animali esotici, uccelli, persone.
Nel XVIII secolo in Europa e soprattutto in Inghilterra era molto di moda lo stile «chinoiserie» ed era molto amata la seta e la porcellana cinese. Ogni anno si caricavano tante navi che circumnavigando l’Europa, l’Africa e l’India giungevano nel porto cinese di Canton, l’unico allora aperto agli europei. Non era facile commerciare con la Cina che si considerava il centro dell’universo e dimostrava la sua indipendenza, non aveva bisogno né dei tessuti inglesi né degli oggetti di metallo né di altro. E così risultava che le navi si riempivano di cose inutili, bisognava pagare la Cina con l’argento che certamente non era economico per gli europei. Però quando l’imperatore cinese vide un orologio meccanico con la musica, gli fece una grandissima impressione «la vita meccanica». E dall’Inghilterra subito avviarono una grande produzione degli orologi-giocattoli, automi musicali, creati per impressionare la mente per la combinazione dello sfarzo orientale e del genio occidentale. Tuttora le opere di James Cox vengono custodite nella Città Proibita a Pechino.
L’orologio «Pavone» fu comprato dal principe Grigorij Potemkin per l’imperatrice Caterina la Grande. Fu portato da Londra a San Pietroburgo nel 1790. Durante il lungo viaggio in Russia il meccanismo e le figure degli uccelli furono smontati ed alcuni dettagli andarono persi. Fu un geniale meccanico-inventore russo Ivan Kylibin a capire la struttura del meccanismo e a ripristinare l’orologio. Impiegò 2 anni per assemblare e avviare un sistema complesso di molle ed ingranaggi.
L’orologio è il più grande orologio meccanico e l’unico automa inalterato del XVIII secolo. E non solo indica l’ora esatta ma rappresenta anche uno spettacolo meccanico. Dopo ogni ora suonava la musica durante la quale gli uccelli si muovevano e facevano i loro versi. Il famosissimo orologio è fatto di rame dorato e argento, l’altezza è di 3 metri.
Ogni mercoledì alle 19 si può vedere come funziona l’orologio. Arriva il custode, infila la chiave nella fenditura e gira alcune volte. Quando l’orologio batte le ore la civetta gira la testa e batte le palpebre e la zampetta, iniziano a suonare i campanelli della gabbia. La gabbia ruota per 12 volte, nel frattempo il suono dei campanelli e i movimenti della civetta diventano più lenti. Adesso è l’ora del pavone. Spiega la coda, fa vedere agli spettatori il ventaglio di piume dorate e muove la testa, apre il becco e ruota il suo corpo. È l’allegoria dell’alba del sole. Poi si gira e fa vedere il retro nudo, il pavone è anche il simbolo della vanità e ritorna nello suo stato iniziale ripiegando la coda. Il gallo fa il suo verso spalancando il becco (dentro il suo corpo è nascosto un tubetto d’organo grazie al quale sentiamo il suo forte chicchiricchì). L’ora è indicata da un fungo con due dischi sovrapposti e attraverso la fenditura si vedono le cifre romane ed arabe che indicano le ore e i minuti, la libellula che gira sul cappello del fungo segna i secondi.
Nell’orologio funzionano 4 meccanismi , tre dei quali mettono in moto le figure degli uccelli. Sono collegate con il quarto meccanismo dell’orologio stesso grazie al sistema delle lunghe leve supplementari. Alla fine di ogni ora il meccanismo dell’orologio avvia il meccanismo della civetta, che dopo un minuto e mezzo avvia quello del pavone e poi il pavone avvia il meccanismo del gallo. Qualsiasi meccanismo si potrebbe togliere, collegare ad altri e così unirlo in un unico sistema. A proposito ogni uccello si può avviare da solo, sulla superficie della «terra» vi sono apposite leve-funghetti.
Questo orologio è un certo Vanitas о Memento mori. Bisogna sempre ricordarsi del tempo, che la vita è corta. A sinistra vediamo nella gabbia la civetta fatta di argento scuro, è il simbolo della notte e saggezza, sopra di quella uno sterpo, sono i simboli della morte, della fine della vita. A destra invece vediamo un ramo frondoso di quercia, sotto il quale si vede il gallo, precursore dell’alba, che segna l’inizio del giorno con il suo verso. E qua parliamo dell’inizio del giorno, della vita. Al centro vediamo il pavone, simbolo di rinascita e vanità. Insieme questi volatili rappresentano l’alternarsi incessante del giorno e della notte. Sotto la quercia si vedono altri funghi, ghiande, foglie. Tutto è fatto con un massima precisione, possiamo vedere addirittura venature sulle foglie della quercia. Le foglie nascondono i buchi della carica del meccanismo dell’orologio. Gli uccelli non sono gli unici esseri che riempiono questa composizione. Ci sono anche lumache, lucertole, una ranocchia, un serpente e due piccoli scoiattoli.
L’orologio «Pavone» è anche un simbolo della continuazione della vita a differenza di altri orologi di questo tipo che significano solo la caducità e ricordano l’arrivo della morte. Il nostro orologio simbolizza anche un flusso e corso continuo del tempo, rinascita alla vita, aspettative verso qualcosa di nuovo, emozionante e straordinario. Infatti, il gallo è anche un simbolo della speranza. I movimenti delle figure dell’automa dicono allo spettatore che bisogna ricordarsi della caducità, effimerità della vita e anche del ricorso ciclico dei momenti felici e tristi. Però bisogna credere e sperare sempre solo nelle cose migliori perché a volte aspettare è molto più piacevole di ottenere una cosa tanto desiderata e aspettata.
L’orologio funziona per 3 minuti e gli spettatori restano incantati dal fascino incredibile dello spettacolo. L’orologio è un orgoglio dell’Ermitage e costituisce la principale attrattiva della sua collezione. Tutti i visitatori del museo vengono nella sala del Padiglione (che a volte non ufficialmente viene chiamata del Pavone) per salutare il pavone dorato. Ogni volta gli occhi dei giovani visitatori dell’Ermitage brillano dell’entusiasmo, perché nel nostro tempo dei miracoli virtuali si può vedere sempre di meno la «pura meccanica».
Leggende
Intorno all’orologio ci sono diverse leggende, la più curiosa riguarda il giro strano che fa il pavone, cioè il mezzo giro, perché si ferma a 180 gradi e gli spettatori vedono il suo retro. Poi le penne si abbassano e il pavone ritorna nella sua posizione iniziale. Oggi sapere il vero motivo del tale strano comportamento del pavone è impossibile. Secondo una versione Kylibin non riuscì a fare sì che l’uccello facesse tutto il giro. Un’altra leggenda dice che il maestro avesse intenzione che l’uccello facesse questo «fouettè» per dimostrare il proprio atteggiamento verso la corte imperiale alla quale fu destinato.
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